
La Porta degli Dei
La Puerta di Hayu Marca
Ci troviamo a circa 1300 km a sud est di Lima, in Perù, presso le rive del lago Titicaca, anno 2010.
Su un altopiano dalle singolari conformazioni rocciose si trova un santuario dove ancora oggi gli sciamani compiono rituali e offrono preghiere, come fanno ormai da generazioni.
Questa struttura è conosciuta come la “Puerta de Hayu Marca” o la “Porta degli Dei” o anche “Porta delle Stelle”: una porta gigantesca scavata nella solida roccia di granito rosso che si trova letteralmente in mezzo al nulla, a oltre 4000 metri di altitudine.
Secondo la leggenda Inca, pare che il primo re-sacerdote, Aramu Muru, abbia attraversato il portale grazie ad un oggetto speciale che ne attivava l’apertura, trasformando la pietra in uno stargate; questo stargate sarebbe quindi stato attivato con l’aiuto di un disco d’oro. Un disco d’oro “caduto dal cielo”, capace di aprire un portale interdimensionale se inserito in un particolare punto nascosto: il re lo attraversò e nessuno lo rivide mai più. Lo sciamano che assistette fu testimone dell’intero evento e lo riferì.
C’è chi ipotizza che il punto in cui si trova questa depressione era il punto effettivo in cui fu inserito il disco d’oro. Non è un caso se ancora oggi parte dei rituali degli sciamani consiste nel raccogliere delle pietre di forma rotondeggiante e compiere con esse dei movimenti rotatori all’interno della depressione.
Pare quindi che chiunque possedesse la chiave avrebbe potuto stabilire un contatto con gli dei oppure invocarli.
Se accettiamo l’ipotesi che queste antiche civiltà chiamavano “dei” coloro che “dal cielo discesero sulla Terra”, allora è possibile che il disco d’oro fosse un congegno extraterrestre con cui era possibile viaggiare dalla Terra ad un altro posto nell’Universo.
Erano quindi gli Anunnaki che provenivano dal loro pianeta Nibiru attraverso la porta degli dei?
Se osserviamo la Porta degli Dei noteremo subito una forte somiglianza con la celebre Porta del Sole di Tiahuanaco:
Secondo la cultura locale quando i Lupaka si instaurarono la Porta degli Dei già esisteva da moltissimo tempo, ma aveva una struttura molto più semplice e rudimentale; furono i Lupaka stessi a perfezionarla col fine di rivendicare la loro potenza nei confronti dei vicini Tiahuanaco.
Oggi la popolazione autoctona chiama questo posto la Porta del Diavolo e manifesta un certo timore nel costruire abitazioni nelle vicinanze della porta; infatti non è presente neanche una singola casa!
La spiegazione sta nelle leggende narrate su questa porta e sul loro comune denominatore: persone o entità provenienti da un luogo lontano, dalle stelle.
Ecco descritta un’altra leggenda locale:
Una notte un gruppo di musicisti, dopo una festa con amici, si trovava in cammino nei pressi della porta. Ad un tratto, man mano che si avvicinavano, si accorsero che la porta era in realtà aperta e videro un uomo dal strano aspetto che li invitava dentro la sua dimora per un festa. L’uomo infatti era molto alto, con lunghi capelli biondi, una caratteristica molto diversa in queste zone del Sudamerica.
I musicisti un po’ spaventati rimasero allo stesso tempo affascinati dalle luci, dal clima festoso, in un contesto in cui tutto era incantevole, bello e invitante. Così accettarono ed entrarono insieme allo “straniero”, tranne uno che, nel momento in cui i suoi compagni stavano entrando, si fermò un attimo ad orinare dietro una roccia; quando egli terminò si accorse che la porta era chiusa e tutte le luci, la musica, la festa svanirono.
Esistono molti manufatti antichi di persone che attraversano passaggi o strane fonti di energia e bisogna tenere conto che gli uomini dell’antichità non conoscevano la tecnologia, proprio come noi oggi cerchiamo di capire se è possibile realizzare un tunnel gravitazionale.
Quindi è sostanzialmente una sorta di corridoio tra la nostra dimensione e un’altra.
Come detto all’inizio dietro la porta è presente soltanto roccia e nulla che possa far pensare ad un passaggio fisico.
Ciò che colpisce è che nel contesto dei bordi della cavità sono state scavate fisicamente le stesse figure che sono state disegnate, ovvero delle griglie su base rettangolare: la precisione con cui sono state definite è tale da lasciare perplesse anche le guide del posto.
Dal momento che è accertato che questi artefatti sulla roccia siano di origine molto antica viene da chiedersi se c’è una correlazione con la porta. Un tentativo degli antichi di capire cosa c’era realmente dietro quella montagna in seguito agli strani eventi che vi accadevano?
Rimane un quadro riassuntivo molto enigmatico:
– una struttura che è da sempre conosciuta come un passaggio in un altra dimensione, costruita su delle formazioni rocciose singolari e uniche nel loro genere;
– delle leggende ad essa legate che si riconducono tutte al legame uomo – dei – stelle;
– la popolazione locale condizionata dalla presenza di questa struttura e che afferma che ancora oggi, solo in particolari notti, la porta si apre e gli “uomini” bianchi, alti e biondi vi escono e poi scompaiono;
– la presenza di antichi artefatti umani sulla roccia proprio sul retro della porta che sembra non avere spiegazioni.
Questa strana porta sembra essere connessa con numerosi altri siti del genere e forse lo è davvero con il sito del Re Mida in Turchia dove vi è una struttura simile con un foro al centro.
https://crepanelmuro.blogspot.com/2020/03/la-puerta-di-hayu-marca.html#more
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