9.564 a.C: L’ultimo cataclisma ed il Diluvio Universale

L’impatto di Clovis, lo sconvolgimento del Dryas Recente, i miti del Diluvio Universale e la storia di Atlantide: tanti e troppi indizi per non ricercare la verità sul nostro passato. Cosa accadde nel 9.564 prima di Cristo?

Nel 9.564 a.C., secondo quanto affermava Platone, un terribile maremoto prodotto dalla sommersione di Poseidone distrusse le civiltà costiere del Mediterraneo. Diodoro Siculo scrisse che il Mare di Tritone fu svuotato di tutte le sue acque in una sola notte, in seguito ad un cataclisma che scrollò le colonne d’Ercole, distrusse l’isola che stava oltre ad esse (Poseidone) e fece innalzare il livello del mare Mediterraneo in modo impressionante. Era il diluvio universale.

Il Mare del Gobi e il Mare Tritone divennero terre emerse: gli attuali deserti del Gobi e del Sahara. Ecco le parole dette a Solone, il legislatore greco, da Psonchis, il sacerdote egiziano del tempio di Sais:

Molti e molti modi sono stati e saranno gli stermini degli uomini: i più grandi per il fuoco e l’acqua, altri minori per moltissime altre ragioni. Perché quello che anche presso di voi si racconta, che una volta Fetonte, il figlio del Sole, avendo aggiogato il carro del padre, bruciò tutto sulla terra ed egli stesso morì fulminato; questo ha l’apparenza di una favola, ma la verità è la deviazione dei corpi che si muovono intorno alla terra e nel cielo e la distruzione per molto fuoco e a lunghi intervalli di tempo di tutto quello che è sulla terra.

La collisione ed il cataclisma

Il sacerdote Psonchis, ci parla di registri sacri in cui si menziona in tempi remoti, la collisione della terra con un gigantesco asteroide. Nel papiro egizio di Harris (1300 a.C.) è scritto che “Una catastrofe di fuoco e acqua provocò il rivoltarsi della terra”. Per il papiro di Ipuwer (1250 a.C.) “Il mondo prese a girare a rovescio come se fosse una ruota del vasaio e la terra si capovolse”. Il papiro della XII dinastia conservato all’Ermitage di Leningrado, descrive la caduta di una stella (un meteorite) sulla terra.

Impatto Dryas Recente
Molti recenti studi prevedono un impatto catastrofico risalente al periodo del Dryas Recente, circa 12.000 anni fa.

I sacerdoti egizi avevano a disposizione archivi antichissimi che narravano una storia dell’umanità diversa da quell’ora insegnata nei libri di storia. Erodoto, secondo ciò che narrava, era definito nel corso dei secoli, padre della storia o della menzogna. A quanto pare, anche Platone, non è più attendibile quando parla di Atlantide perché pecca di eccessiva fantasia.

Gli antichi egizi narrano dunque più di un cataclisma dovuto all’impatto di un grande asteroide, quello più antico si riferisce alla distruzione del terzo continente, la Lemuria.

Lo slittamento della crosta terrestre

Un grosso asteroide che impattò o passò molto ravvicinato alla terra 12.000 anni fa potrebbe aver provocato uno spostamento importante dell’inclinazione assiale. Quando l’inclinazione degli assi è modificata da qualche cataclisma tende subito a ritornare nella posizione precedente come una trottola che gira velocemente su se stessa. L’ultimo spostamento dei poli magnetici terrestri si fa risalire tra 10.000 e 13.000 anni or sono.
Un passaggio ravvicinato di un meteorite o un asteroide sconvolse tutti gli equilibri: la terra s’incendiò, le banchine ai poli si sciolsero, il livello delle acque marine si alzò e fu il Diluvio.

Un’altra teoria prevede che vi fu uno slittamento della crosta terrestre prodotto dal grande peso presente in un’era glaciale, ove un tempo, il Nord America si presentava sul Polo Nord, il peso che gravava ai poli prodotto dalle calotte gelate presenti allora fino alle medie latitudini avrebbe sbilanciato e destabilizzato la crosta terrestre che sarebbe slittata provocando grandi terremoti e tsunami in tutto il modo.

Diluvio Universale 9564 A.C.
Il mondo prima del diluvio universale

Sino al 1967 si supponeva che l’ultima glaciazione terrestre, quella di Würms, dovesse essersi scaglionata, con uno scioglimento molto lento, da 100 a 150 mila anni. Il quadro, venne totalmente cambiato dalle recenti osservazioni di grandi glaciologi, come S. Jelgersma, V. Romanovski e A. Cailleux, le quali condussero all’accertamento dei seguenti fatti:
1 – L’ultima fusione dei ghiacci si produsse circa 12 mila anni fa;
2 – Fu estremamente brusca e verosimilmente causata da un urto contro il nostro globo o, comunque, da un fenomeno cosmico di grande portata;
3 – Il disgelo ebbe un carattere universale, tutti i ghiacciai polari si fusero nello stesso tempo. Il globo terrestre fu spazzato, sconvolto da gigantesche mareggiate.

I popoli montani ricominciarono da zero

Si salvarono solo le popolazioni che riuscirono a rifugiarsi a quote superiori ai 1.500 metri, sugli altopiani, come dissero sempre a Solone i Sacerdoti di Sais, i Popoli più primitivi. Platone nella “Repubblica” dice appunto che la civiltà nacque sugli altopiani. Enormi meteoriti scavarono, diecimila o dodicimila anni fa, grossi crateri nell’America Centro Meridionale, in Georgia, Virginia, Carolina e sul fondo dell’oceano Atlantico al largo di Portorico. La corrente del Golfo arrivò a toccare le nostre sponde perché, come afferma il geologo austriaco Otto Much, non trovò più nulla a fermarla. Mentre Atlantide spariva nella fossa di Cariaco – 350 km a est di Caracas – il fondale emergeva.

Non sarà inopportuno notare che elefanti sorpresi dal brusco innalzamento delle terre sono stati rinvenuti, congelati, a 4000 metri sul livello del mare in Asia Centrale, mentre i cavalli (che si riteneva un tempo importati in America dagli europei) si sono dimostrati preesistenti alla «conquista», estinti del tutto forse in seguito al diluvio. In alcune pitture rupestri delle alte Ande, a Kelkatani, si vedono cavalli risalenti a circa 10 mila anni fa. Forse furono antidiluviani, o gli ultimi sopravvissuti alla catastrofe.

Mentre Poseidon Atlantide scompariva, le Ande venivano sbalzate alla loro attuale altitudine, si formavano le cascate del Niagara e (come hanno permesso di costatare gli ultimi sondaggi) nella fossa marina di Cariaco, 350 chilometri a est di Caracas, nel Venezuela, il fondale emergeva a vedere il Sole.

Il ripopolamento della Terra

Lo svuotamento completo del grande mare di Tritone, in seguito al cataclisma, contribuì all’inizio della desertificazione del Nord Africa. Il fenomeno proseguì con l’inaridirsi del clima e col disseccarsi dei corsi d’acqua durò più di un millennio. Le acque rimaste scesero di livello per l’accresciuta evaporazione e fino a formare un grande lago, quello di Tritonide, con un fiume Tritone, che scendeva dalle pendici dell’Ahaggar nel letto dell’attuale Wed Igharghar, la cui lunghezza complessiva raggiunse i 2000 km, secondo i calcoli effettuati da Butavand. Il fiume Nilo che scorreva in una fertile vallata prima di proseguire verso l’immenso golfo di Tritone, ora sfociava nel Mare Mediterraneo. L’Inghilterra che prima era unita al resto del continente, divenne un’isola. Per molti anni la terra fu investita da tempeste spaventose con venti impetuosi. Il livello del mare si stabilizzò e si formarono nuove linee costiere. La terra continuò ad assestarsi con terremoti per mesi e mesi. Le pianure invase dalle acque divennero paludi.

Molte le etnie nuove

Il sollevamento geologico e il diluvio della Tessaglia furono una ripetizione in piccolo del grande cataclisma; e, restando impresso nella memoria dei greci, fu da loro riunito e confuso con la sorte generale dell’Atlantide. Della Samotracia si sa, storicamente, che nell’antichità è stata famosa per un diluvio che aveva sommerso la regione e raggiunto le vette delle più alte montagne; evento accaduto prima dell’epoca degli Argonauti. Essa fu inondata repentinamente dalle acque dell’Eusino, che fino allora era stato considerato un lago.

Il Mare del Gobi si prosciugò e divenne l’attuale deserto, un gran numero di famiglie razziali genericamente indicate col nome di Noé si spinse sulle montagne stabilendosi sugli altopiani del Caucaso e del Tibet, questa fu la memoria storica del Diluvio di cui parla la Bibbia. Gli antichi discendenti dei Giganti della Quarta Generazione: Baschi, Greci, Italici, Fenici, Egizi, ecc. furono spazzati via i pochi sopravvissuti che abitavano sulle alture, s’imbarbarirono.

Pochi furono gli uomini scampati al diluvio universale, e non certo tali da poter dare un rapido impulso al risorgere della civiltà: gli abitanti delle alte zone montane e forse coloro i quali vi approdarono a bordo di alcune imbarcazioni. Mentre il Noè biblico si salvava sull’Ararat, Xisuthrus, in Caldea, riparava sul monte Korkoura, il Manu degli Indù sui pianori dell’Himalaya, Bochica, nell’America del Sud, sull’altipiano delle Ande e Coxcox, uno dei Noè messicani, nella Sierra Madre. Gli indiani dell’America del Nord parlano delle Montagne Rocciose, le tribù africane dell’altopiano etiopico. Ora, tutte queste regioni hanno picchi che superano i 4000 metri di altitudine.

Ararat Arca Noe Diluvio Universale
Secondo la leggenda la mitica Arca di Noè trovò rifugio sulla cima dell’Ararat

Il ritorno nelle pianure

Dopo l’ultimo cataclisma risalente a circa 12.000 anni fa, i superstiti della Quinta Razza con i resti della Quarta Razza trovarono rifugio sugli altopiani, del Caucaso e del Pamir, dove probabilmente gli Zoroastriani collocavano il loro mitico Airyana-Vaeio. In Africa, coloro che si salvarono appartenevano al popolo che dimorava sugli Altopiani Etiopi. Quando i tempi lo permisero, i sopravvissuti discesero verso le pianure per colonizzare le nuove terre lasciate libere dalle acque. Dopo circa mille anni, le paludi dell’Europa Centrale ridivenendo nuovamente abitabili, ma non abbastanza asciutte da offrire una sana dimora e furono causa di malattie che decimarono le prime ondate di popoli che discendendo dalle catene montuose del Caucaso si erano diretti verso Nord-Ovest.

Le paludi dell’Europa centrale invase dalle acque, lentamente ridivennero abitabili. Quando le paludi si asciugarono, dagli altopiani del Caucaso e dell’Asia, dove avevano trovato rifugio ai tempi dell’agonia dell’ultimo lembo di Atlantide, i superstiti della Quinta Razza con i resti della Quarta Razza si erano moltiplicati dividendosi in molti gruppi razziali, che a loro volta si divisero in nazioni: Egitto, Fenicia, ceppi nordici. Una prima ondata fu formata dai futuri Scandinavi, i Lettoni, i Teutoni-Germani suddivisi in Goti e Scandinavi, che emigrò verso Nord popolando la penisola scandinava. Una parte dei sopravvissuti emigrò verso nord-ovest, verso la Polonia. Quelli che andarono verso Est divennero gli Ucraini e i Russi, quelli che andarono verso Sud divennero gli Slavi divisi in Serbi e Croati, e i Bulgari; una parte si trasferì verso la Grecia e verso l’Italia. Una serie di successive ondate migratorie si diresse verso l’India e verso Occidente: Persia e Libano.

H. P. Blavatsky nella Dottrina Segreta (Antropogenesi) scriveva:

Quando la Geologia avrà scoperto quante migliaia di anni fa, le acque agitate dell’oceano Indiano raggiunsero gli altipiani dell’Asia centrale, facendo un solo insieme con il Mar Caspio e il Golfo Persico solo allora essa conoscerà l’età dell’esistenza della nazione dei Brahmani ariani, ed anche il tempo della sua discesa nelle pianure dell’Indostan, che non avvenne se non millenni dopo.

Coloro che si erano stabiliti sugli altopiani del Pamir e del Tibet sono noti come gli Indoariani: un’ondata occupò l’India sottomettendo militarmente le popolazioni locali. Questi popoli sono noti come Indoariani o Indoeuropei. Altri discesero in Afganistan e poi verso occidente scegliendo la via del Medio Oriente giungendo in Fenicia e in Egitto. In definitiva, la nuova razza, quella legata a Prometeo, si suddivise a sua volta in sottorazze o gruppi etnici che rioccuparono la Grecia, l’Italia, il Nord dell’Europa (gruppi Teutonici), la Fenicia, l’Egitto.

[https://www.nibiru2012.it]

 

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