Vermi vecchi di 42000 anni fa si risvegliano dal permafrost

Sono rimasti sepolti nel permafrost per 42mila anni ma adesso alcuni vermi sono stati riportati in vita. Si tratta dei nematodi nascosti nelle profondità dell’Artico. Ma ecco perché c’è poco da gioire.

Che succede in Russia? Le temperature si innalzano, il ghiaccio si scioglie e non solo quello: si scioglie anche il permafrost. Oggi si scioglie anche lui insieme a muffe, lieviti, amebe, spore, semi di piante superiori che si sono congelati migliaia di anni fa si scongelano.

Per chi non conosce la geologia, il permafrost è un terreno tipicamente presente in nord Europa e nella Siberia, caratterizzato dal fatto di essere perennemente ghiacciato.

Un team di ricercatori, che comprende studiosi dell’università di Princeton hanno osservato per la prima volta che si stanno risvegliando dal permafrost anche dei vermi, appartenenti ai Phylum dei Nematodi.

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Una serie di campioni di sedimenti di permafrost negli ultimi 40.000 anni sono stati recentemente scongelati per riportare in vita i nematodi. Dopo poche settimane dallo scongelamento, i vermi hanno iniziato a muoversi e a mangiare, stabilendo un record per il periodo in cui un animale può sopravvivere alla conservazione criogenica.

Una volta svegli hanno iniziato a muoversi alla ricerca di cibo, ma dopotutto è comprensibile: il loro ultimo pasto è stato nel Pleistocene!

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La crioconservazione è sempre stata considerata qualcosa di più attinente alla fantascienza per gli organismi pluricellulari, ma la scoperta di vermi che hanno ripreso a vivere dopo 42.000 anni pone delle basi per poter iniziare a pensarla anche su organismi pluricellulari più complessi.

I risvolti oscuri della scoperta

Se da una parte il ritorno in vita dei nematodi permetterà agli scienziati di saperne di più sui meccanismi biochimici che queste creature usano per limitare i danni del ghiaccio e bloccare le devastazioni dell’ossidazione sul DNA nel corso dei millenni, dall’altra a preoccupare è il fatto che lo scioglimento del permafrost potrebbe rilasciare agenti patogeni bloccati per decine di migliaia di anni.

È improbabile che i nematodi possano essere pericolosi per noi ma la loro sopravvivenza è la prova che una vasta gamma di organismi – dai batteri agli animali, dalle piante ai funghi – possano potenzialmente tornare in vita dopo una lunga assenza.

Un motivo in più per contrastare lo scioglimento dei ghiacci, legato a doppio filo ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale.

La ricerca è stata pubblicata su Doklady Biological Sciences.

[https://www.greenme.it/]

 

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