Templari, babionesi, Egizi: Dove e come nacquero i primi istituti bancari

Molto spesso in questi ultimi anni, ti sarà sicuramente capitato di leggere sulle riviste o di ascoltare nei telegiornali molte vicende legate ad un’attività importante per le nostre vite: quella bancaria. Ma se pensi che la storia delle banche sia qualcosa di recente, ti sbagli!

L’origine della banca, del prestito, affonda le sue radici fin dai tempi dei Babilonesi, dell’antica Grecia, e non solo.

I primi tipi di banche risalgono ai tempi delle antiche civiltà mesopotamiche. Già tra gli Assiri e i Babilonesi era consuetudine dare in custodia i propri averi ai membri dei palazzi reali o addirittura a funzionari religiosi. Le prime attività di custodia dei beni e degli averi erano legate a doppio filo con quelle religiose. Ad esempio, nei templi dell’antica Grecia era consuetudine predisporre uno spazio detto “trapeza” e cioè un banchetto gestito direttamente dai sacerdoti che si occupavano di custodire le offerte, e possibilmente, anche di farle aumentare!

Banche dell’antico Oriente – Nella civiltà babilonese-assira esistevano tesori sotterranei come quelli descritti da Erodoto (II, 250) a Ninive al tempo di Sardanapalo. I tesori che appartengono al re o ai templi sono piuttosto casse che banche e come tali sono amministrati da funzionarî del re o dei templi fra i quali primeggiano per importanza gli scribi. I tesori, pur continuando ad essere casse dello stato o del tempio, diventano ben presto luoghi di deposito di oggetti varî, metalli preziosi, cereali, suppellettili, ecc., che i privati non sempre possono custodire nelle loro casupole. Così il tempio di Šamaš a Sippar e il palazzo reale (magazzino ieale) diventano grandi centri d’affari.

Le banche babilonesi ricevono depositi regolari ed irregolari, gratuiti ed onerosi, e si servono dei depositi dei loro clienti per fare mutui sia di denaro, rappresentato da metalli preziosi pesati, sia di grano, di lana, ecc. I contratti delle banche sono sempre per iscritto. I documenti di deposito rilasciati dalle banche sono muniti spesso della cosiddetta clausola al portatore, la quale però non è tecnicamente così elaborata come quella che si trova nei documenti greci, greco-egizî e latini dell’alto Medioevo. Nell’antica Babilonia le banche sono semplicemente organi dell’ammimstrazione: nell’età neo-babilonese per contro si fa strada l’iniziativa privata: non è un puro caso se un gruppo notevole di documenti relativi alle banche proviene da una famiglia di banchieri. In quest’età la vita commerciale diviene più attiva: il deposito irregolare diventa sempre più frequente, i documenti di credito assumono un carattere sempre più astratto, la quietanza della banca e il sigillo del depositante permettono senz’altro di prelevare il deposito. Tra i banchieri troviamo anche uomini d’affari che investono i loro capitali nei modi più disparati. Il banchiere babilonese gestisce i suoi affari servendosi di schiavi.

La banca greca – Come quasi tutte le altre istituzioni commerciali, le banche e i magazzini greci debbono molto ai modelli dell’Oriente. Nei paesi che hanno servito di collegamento fra le civiltà orientali e quella greca troviamo tesori come a Boǧazköy nel regno degli Hittiti, nei palazzi di Cnosso e Festo a Creta, e a Tirinto nella Grecia micenea. Nei poemi omerici sono frequenti gli accenni ai tesori dei principi; piccoli tesori di signorotti feudali, non paragonabili in nessun modo a quelli dei re dell’Oriente. Per quanto la Grecia sia stata il primo paese che abbia fatto uso della moneta coniata, la banca uell’Ellade non ha avuto uno sviluppo paragonabile a quello delle banche dell’Oriente e delle banche ellenistiche per la scarsa ricchezza delle città-stato greche e per la mancanza di sicurezza dovuta alle condizioni politiche delle città. Per mettere al riparo le ricchezze dalle vicende fortunose della politica, gli stati greci istituiscono i loro tesori nei templi sotto la protezione della divinità che conferisce l’asiha alle cose come alle persone. Nei templi in origine si custodivano i doni degli stati alle divinità, poi i beni delle città. Il tempio che custodiva il più antico tesoro greco di cui si abbia notizia è l’Artemisio in Efeso. Anche la cassa delle leghe greche è depositata in un tempio: quella della lega attica prima di essere posta nell’Acropoli sotto la tutela di Atena era custodita a Delo, quella della lega lacedemone si trovava a Delfi. Anche i privati sono ammessi a fare depositi nei templi.

Egizi – Un caso particolare fu quello dell’Antico Egitto. Questa civiltà conobbe tardi un’economia monetaria. L’economia si fondava invece sui cereali, che venivano conservati nei granai statali. I pagamenti (a partire da quello degli stipendi) avvenivano mediante “girata” di un quantitativo di cereali. Questi cereali venivano ritirati dal granaio-banca solo quando dovevano essere effettivamente consumati.

Templari ed Israeliti

Nonostante la Chiesa avesse introdotto il divieto di prestito su interesse, fra le istituzioni che esercitavano il credito nel Medioevo c’erano i monasteri e soprattutto l’Ordine templare. L’attività bancaria dei Templari era nata dal fatto che gli stessi avessero fortezze ben difese sia in Europa occidentale, sia in Terrasanta, dove custodivano le proprie ricchezze. Perciò i pellegrini ed i crociati, sia all’andata che al ritorno, affidavano il proprio denaro ai Templari del luogo di partenza e ne ricevevano l’equivalente a destinazione, evitando i rischi del trasporto per mare. Il Tempio funse da banchiere e tesoriere in particolar modo per i re di Francia.

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Accanto a questi grandi finanziatori c’erano i piccoli operatori di professione. Innanzitutto erano attivi gli ebrei, i quali, a causa del divieto fatto ai cattolici di prestare su interesse e del fatto che invece il commerci e il credito fossero fra le poche occupazioni permesse agli Ebrei, si specializzarono nell’attività di prestatori su pegno.

Nel Vecchio Testamento si menzionano tesori tanto presso i templi quanto presso il palazzo reale, ma, sebbene si abbiano scarse notizie sul funzionamento dei tesori e dei magazzini degli Ebrei, fortemente influenzati da quelli babilonesi, è certo che il sistema bancario degli Ebrei, nell’antichità, non ha avuto uno sviluppo nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Babilonia.

Le prime banche? Una storia italiana!

È in epoca medievale che avviene un ulteriore sviluppo dell’attività bancaria. Erano gli orefici a offrire due servizi fondamentali: uno era la valutazione della purezza delle diverse monete d’oro e d’argento e l’altra era proprio il deposito del denaro. Con un piccolo sforzo di immaginazione dobbiamo pensare che, a un certo punto, un orefice toscano o qualche intraprendente collega ligure abbia iniziato a custodire somme di denaro e a restituire una ricevuta in cambio: la cosiddetta “nota di banco”, chiamata così perché era solitamente firmata sul banco dell’orefice. Ed è sempre in epoca tardo-medievale, per sfuggire al pericolo legato al trasporto di beni preziosi, che i sovrani e i nobili dell’epoca iniziarono a utilizzare delle lettere di credito, gli antenati degli attuali assegni bancari.

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Quentin Metsys, “Il banchiere e sua moglie” (1514 circa) Parigi Musée du Louvre | Google Images

Molto spesso poteva accadere che nobili e regnanti offrissero addirittura dei titoli nobiliari invece che restituire il prestito. È il caso della famiglia de’ Medici che ha ricevuto la Signoria di Firenze al posto di un’ingente somma di denaro.

Pensa cosa accadrebbe se anche oggi pagassimo così i debiti! È così che le famiglie de’ Medici, Bardi e Peruzzi, divennero in poco tempo tra gli istituti di credito più influenti in Europa in epoca pre-rinascimentale.

Tuttavia, dobbiamo aspettare qualche secolo per vedere la nascita della prima banca come la conosciamo oggi. Si tratta della Banca d’Inghilterra istituita nel 1694, la prima autorizzata all’emissione di denaro e capostipite delle banche ottocentesche.

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Se in tempi passati le banche hanno contribuito alla crescita e lo sviluppo economico e sociale, l’altra faccia della “moneta” e che si sono creati enormi fondi parareligiosi di cui non solo si ignora l’ammontare dei fondi, ma anche di chi sono realmente, come essi vengono investiti, insomma triliardi completamente oscuri e fuori dal controllo di legittimi governi.

Oggi le attività legate al credito e alla gestione del denaro sono cambiate radicalmente con lo sviluppo di internet. E’ nata la borsa, dove ogni cosa ha un prezzo, dal riso all’oro, dai cereali al petrolio, praticamente tutto. Ogni prodotto è a rischio di gruppi speculativi, che per fare denaro in fretta, comprano e fan salire il prezzo dei beni fino alle stelle, come il caso dell’aumento del prezzo del riso, dove poi, nei luoghi meno sviluppati come in africa, le persone dovevano lavorare il doppio per poterlo acquistare. Ed’ e’ cosi’ ogni giorno nel mondo dell’investimento.

Questo insomma ci rende, in un modo o nell’altro, o tutti banchieri o comunque tutti possibili bersagli.

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