Sequenziato il più antico genoma umano: Potrebbe riscrivere la nostra storia

È arrivato il momento di riscrivere il nostro albero genealogico?

Gli scienziati hanno sequenziato il più antico DNA umano della storia, estratto da campioni prelevati da un dente fossile e da un femore antico di 430.000 anni rinvenuto a Sima de los Huesos in Spagna che prende il nome di “pozzo delle ossa”.

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Nel fare questo, la squadra venuta dalla Germania ha trovato evidenze che gli antichi ancestori degli uomini moderni si sono divisi dagli ancestori dei Neanderthal centinaia di migliaia di anni prima di quello che si pensava, il che significa che è giunto il momento di ridisegnare l’albero di famiglia umano.

Situata nella Cueva Mayor-Cueva del Silo nel sistema di caverne nella Spagna centro-settentrionale, il sito archeologico di Sima de los Huesos contiene la più grande e antica collezione di resti umani scoperta fino ad oggi, con oltre 6.500 frammenti fossili di ossa – comprendenti oltre 500 denti singoli – di almeno 28 ominidi scoperti finora.

Con resti risalenti a 430.000 anni fa, il famoso “pozzo delle ossa” sta finalmente permettendo agli scienziati  di ricostruire l’albero genealogico umano degli ultimi 100.000 anni, e nel fare questo, ha messo in discussione molte certezze acquisite su come fossero i nostri più lontani progenitori.

“È stupefacente e ci tiene tutti sulle spine cercando di dare un senso al tutto” racconta a Nature Magazine il paleo-antropologo Chris Stringer del Museo di Storia Naturale di Londra, che non è stato coinvolto nella ricerca, “Invece di tentare di risolvere gli ultimi 100.000 anni, possiamo ricavare delle date dal DNA ancora più lontano nell’evoluzione umana.

Fino ad oggi, le ossa trovate in Sima de los Huesos erano state attribuite agli antichi progenitori dei Neanderthal, che si erano evoluti circa 100.000 anni prima dei Neanderthal.

Ma uno studio di Nature ha sequenziato il genoma mitocondriale di un femore trovato nella fossa, che ha confermato che il possessore era più collegato all’Homo di Denisova – una specie estinta di umani i cui resti erano stati precedentemente ritrovati a migliaia di chilometri in Siberia, che ai Neanderthal.

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La scoperta ha due importanti conseguenze: almeno uno degli individui sepolti a Sima de los Huesos era a) non direttamente collegato ai neanderthal, e b) era invece collegato ai Denisovani, ma esisteva centinaia di migliaia di anni prima della comparsa dei Denisovani.

Quindi chi erano questi ominidi esattamente e come sono collegati all’evoluzione della specie umana?

Queste domande hanno tormentato gli scienziati per anni, perché mentre queste ossa mostravano delle similitudini con quelle dei Neanderthal, allo stesso tempo sembravano simili a quelle degli antichi uomini.

Ewen Callaway del Nature Magazine spiega:

“I teschi degli ominidi di Sima mostrano il principio di un’arcata sopraccigliare sporgente, come altri tratti tipici dei Neanderthal. ma altre caratteristiche, ed incertezze circa la loro età – alcuni studi li collocano a 600.000 anni fa, altri a 400.000 – hanno convinto i ricercatori che si trattasse di un’altra specie ominide conosciuta come Homo heidelbergenis.

Un team condotto da Matthias Meyer del Max Planck Institute di Antropologia Evoluzionistica in Germania ha deciso di porre fine alla diatriba (o almeno di tentare) sequenziando il DNA nucleare e mitocondriale estratto da cinque ossa (probabilmente di individui distinti) trovati a Sima de los Huesos.

Come riporta oggi Nature, il team spiega come, mentre molto del DNA di 430.000 anni fa era comprensibilmente degradato e indecifrabile, le piccole parti di genoma che sono riusciti a ricavare e decodificare questi piccoli ominidi sono effettivamente Neanderthal primitivi.

Così abbiamo ricavato un individuo dalla fossa direttamente collegato ai Denisovani come evidenziato nello studio del 2013 – e una manciata di individui dallo studio pubblicato oggi che sono collegati ai Neanderthal, e sono entrambi risalenti allo stesso periodo storico.

Cosa ci dice tutto questo? Che i due gruppi – i Neanderthal e i Denisovani – si sono separati dal loro comune progenitore 430.000 anni fa, e questo è molto tempo prima di quanto si fosse mai ipotizzato.

Sapere questo ha importanti implicazioni per la nostra evoluzione, dice Colin Barras a New Scientist:

“Sappiamo che i Denisovani e i Neanderthal condividevano un comune ancestore che si è separato dalla linea evolutiva dell’uomo moderno. Alla luce dei nuovi dati ricavati dal DNA nucleare, il team di Meyer sostiene che questa separazione potrebbe essere avvenuta 765.000 anni fa. I precedenti studi sul DNA avevano posto questa divisione tra i 315.000 e i 540.000 anni fa, dice Katerina Harvati-Papatheodorou dell’Università di Tubingen in Germania.

Interessantemente, la data di divergenza tra i Denisovani e i Neanderthal di 765.000 anni fa ci porta nella giusta direzione per trovare il nostro comune ancestore, come spiega Barras, i ricercatori hanno ipotizzato che gli uomini moderni, i Neanderthal e i Denisovani sono tutti evoluti dallo stesso antico ominide chiamato Homo heidelbergenis, ma abbiamo evidenze che suggeriscono che le specie non si evolsero fino a 700.000 anni fa.

Piuttosto, dovremmo cercare un’altra specie chiamata Homo antecessor – che si è evoluta molto prima del H. heidelbergensis – come nostro comune ancestore.

Questo significa che è giunto il momento di cercare una popolazione di progenitori umani che vissero dai 700.000 ai 900.000 anni fa per trovare da chi discendiamo, spiega Callaway al nature magazine, Maria Martinòn-Torres dell’University College di Londra, pensa che l’Homo antecessor, conosciuto dai resti di 900.000 anni fa in Spagna, è il più forte candidato per essere il nostro comune ancestore, se questa specie venisse trovata in Africa e nel Medio-oriente.

Così, conoscendo maggiormente il nostro complicato albero gnealogico abbiamo meno certezze, ma questa è la bellezza del metodo scientifico all’opera. Adesso la caccia è aperta per trovare i resti dell’H. antecessor che potrebbe rivelarsi come il vero comune ancestore degli uomini moderni, Neanderthal e Denisovani, e che sarebbe magnifico poter conoscere entro la nostra vita.

Fonte: www.sciencealert.com

 

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