I nazisti furono gli ideatori dei campi di concentramento? No, prima inglesi, russi e americani, ma anche italiani

I campi di concentramento furono un’idea dei nazisti? E sono esistiti in Italia? No, Prima dei lager di Hitler, ci furono quelli inglesi in Sudafrica e quelli turchi durante il genocidio armeno. E anche se pochi lo sanno, anche in Italia ci sono stati vari campi di concentramento. I primi a concepire l’idea di rinchiudere e far lavorare le persone in un luogo protetto? I Gesuiti.

 

I campi di concentramento non furono inventati dai tedeschi. I primi campi in cui rinchiudere civili su base etnica furono ideati dagli inglesi durante la Seconda guerra anglo-boera (1899-1902) in Sudafrica, e non dai nazisti.

I britannici diedero fuoco ai raccolti e ai villaggi boeri (coloni di origine olandese), deportando vecchi, donne e fanciulli in campi dove morirono oltre 40 mila persone. I britannici, a loro volta, secondo alcuni storici si sarebbero ispirati agli spagnoli, che avevano rinchiuso in campi gli indigeni di Cuba.

I Lager Sabaudi

Dopo la conquista del Sud, 5212 condanne a morte. Prigionieri e ribelli puniti con decreti e una legge del 1863.

Il “lager” di Fenestrelle. La ciclopica sabauda cortina bastionata

Cinquemiladuecentododici condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti. Queste le cifre della repressione consumata all’indomani dell’Unità d’Italia dai Savoia. La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 “… per la repressione del brigantaggio nel Meridione”.

Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata, nell’inesorabile comandamento di destino: “O briganti, o emigranti”.

Riduzioni gesuite

Le riduzioni Gesuite o reducciones furono piccoli nuclei cittadini, in cui erano strutturate le missioni gesuitiche soprattutto del Paraguay (ma anche di Quito, Nuova Granada e Cile), frutto della strategia missionaria della Compagnia di Gesù consistente nella realizzazione di centri (reducciones de indios) per l’evangelizzazione delle popolazioni indigene dell’America Meridionale.

I Gesuiti, come è noto, dal 1650 al 1750 tenerono regioni molto ampie del Paraguay sotto il controllo missionario. Più di un quarto di milione di indigeni lavorarono sotto la loro direzione, e nessun pagamento veniva dato loro direttamente. Essi furono istruiti, formati, ospitati, vestiti, nutriti e, in qualche misura, fatti divertire, ma che fine fecero i profitti delle loro fatiche e degli intensi scambi commerciali che furono portati avanti? Si dice che furono impiegate oltre duemila barche per trasportare merci e beni sul fiume Paranà; e il valore economico delle Riduzioni fu senza ombra di dubbio molto grande: così grande infatti da risvegliare l’invidia dei commerciati Spagnoli e Portoghesi.

Robertson [storico contemporaneo] ha stimato che le riduzioni rappresentarono almeno 25 milioni di dollari di capitale per la Società. Boyd Barrett, The Jesuit Enigma, New York: Boni & Liveright, p. 211.

I prodotti che producevano venivano venduti in Europa e arricchivano notevolmente l’Ordine dei Gesuiti.

Le Riduzioni producevano erbe, pelli, sego, orologi e altri beni, che i Gesuiti commerciavano in Europa con la loro grande flotta di navi.Gli utili furono utilizzati per finanziare le guerre contro le nazioni Protestanti che avevano giurato di distruggere.

 

Pianta della Riduzione di San Ignacio Miní

 

Molte volte gli indigeni non riuscivano ad abituarsi alla rigidezza e alle complessità della disciplina ignaziana, perciò ritornavano a vivere nella foresta. Altre volte c’erano dei gruppi portati controvoglia alle riduzioni, caso dei guaiaquì, altre volte furono sterminati, come i guenoa nel 1708, per aver resistito all’obbligo di andare nei villaggi. Ci sono anche delle notizie di epidemie, periodi di carestia e numerosi attacchi da parte degli indigeni che abitavano fuori dalle riduzioni.

I Gesuiuti in Canada, il popolo degli Uroni, pacifici e docili, accettarono facilmente il loro catechismo, ma i loro nemici, gli Irochesi, attaccarono le postazioni create attorno a Fort Sainte-Maire e massacrarono gli abitanti. Gli Uroni furono praticamente sterminati nel giro di dieci anni e, nel 1649, i Gesuiti dovettero abbandonarli con circa 300 sopravvissuti. Essi non fecero una forte impressione quando si diressero attraverso i territori che oggi costituiscono gli Stati Uniti, e fu solo nel corso del 19° secolo che iniziarono a mettere radici in quella parte del continente.

Guerra mondiale

Con la Prima guerra mondiale in Francia si costruirono campi in cui furono rinchiuse migliaia di persone “colpevoli” di essere tedesche o austriache, e negli Anni ’30 Stalin avviò in Urss deportazioni di massa. Ma furono i nazionalisti turchi, nel 1915-16, a organizzare la prima campagna sistematica: oltre 800 mila armeni morirono in quei campi di concentramento (molti in Siria). Una politica di genocidio alla quale Hitler si ispirò.

Ai nazisti resta il triste primato dei campi di sterminio, il cui scopo, oltre al lavoro forzato, era l’uccisione programmata, nelle camere a gas, di ebrei, zingari, omosessuali e ritardati mentali.

Genocidi Ucraini, Lager a cielo aperto

Quando iniziò la guerra, e Roosevelt e Churchill si allearono insieme a Stalin, erano comunque pienamente consapevoli che il suo regime aveva assassinato almeno 30 milioni di persone molto tempo prima che iniziasse lo sterminio degli ebrei e degli zingari da parte di Hitler. Fino ad allora nello strano moral calculus degli omicidi di massa, solo i Tedeschi erano colpevoli.

Nonostante Stalin avesse ucciso una quantità di persone 3 volte maggiore di Hitler, per il devoto Roosevelt egli rimaneva lo “Zio Joe” [soprannome con cui veniva chiamato Stalin dai media occidentali]. A Yalta, Stalin si vantò con Churchill di aver ucciso più di 10 milioni di contadini.

Risultati immagini per gulag ucraini

L’alleanza britannico-statunitense con Stalin li rese partecipi del suo crimine. Roosevelt e Churchill aiutarono a preservare il più sanguinoso regime della storia, al quale essi consegnarono mezza Europa.

Dopo la guerra, la Sinistra cercò di coprire il genocidio Sovietico. Jean-Paul Sartre negò pure l’esistenza dei gulag. Per gli Alleati, il Nazismo era l’unico male; non avrebbero potuto ammettere di essere stati complici negli omicidi di massa. Per i Sovietici, promuovere l’Olocausto Ebreo disseminò il sentimento antifascista e mascherò i loro crimini.

Tra questi mostruosi crimini, quello ucraino è il peggiore in termini di numeri. Stalin dichiarò guerra alla sua stessa gente. Nel 1932 egli inviò i Commissari Lazar Kaganovitch, V. Molotov e G. Yagoda, capo della polizia segreta NKVD [1] per spezzare la resistenza dei contadini Ucraini e forzare la collettivizzazione.

L’ Ucraina fu isolata. Tutte le forniture di cibo ed il bestiame furono confiscati. Gli squadroni della morte dell’ NKVD giustiziarono gli “elementi contro il Partito”. Non soddisfatto di quanti Ucraini stavano venendo uccisi, Kaganovitch, “l’Adolf Eichmann sovietico” stabilì una quota di 10.000 esecuzioni alla settimana. L’ 8% degli intellettuali Ucraini furono uccisi. Durante il rigido inverno del 1932-33, 25.000 Ucraini al giorno venivano uccisi o morivano di fame e freddo. Il cannibalismo divenne una pratica comune. L’ Ucraina, scrive lo storico Robert Conquest, sembrava la versione gigante del futuro campo di morte di Bergan-Belsen. La strage di 7 milioni di Ucraini, 3 milioni dei quali erano bambini, e la deportazione nei gulag di 2 milioni (dove molti morirono) fu nascosta dalla propaganda sovietica.

Alcuni Pro-Comunisti Occidentali, come Walter Duranty e Sidney e Beatrice Webb del New York Times, ed il Primo Ministro Francese Edouard Herriot, recatosi in visita in Ucraina, negarono i racconti sul genocidio, ed acclamarono ciò che essi chiamavano “la riforma agraria” sovietica. Coloro che parlavano contro il genocidio furono etichettati come “agenti fascisti”.

I lager italiani

Durante la Seconda Guerra Mondiale, in Italia, furono operativi 35 campi di concentramento e transito (qui l’elenco completo).

I principali – istituiti dall’autorità tedesca – furono:
Il Campo di transito di Fossoli
Il Campo di transito di Bolzano, operativo da maggio 1944 a maggio 1945
La Risiera di San Sabba (Trieste)
Il Campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), operativo da settembre 1943 a febbraio 1944

La loro funzione fu principalmente quella di smistare verso i campi di sterminio in Germania e Polonia ebrei, rom, dissidenti politici e testimoni di Geova. Solo i prigionieri più pericolosi venivano fucilati nei campi.

[Focus.it – Revisione SOLOMisteri]

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