Antico Egitto: Lo scarabeo amato per la sua facoltà di orientarsi con le stelle

Lo scarabeo si muove seguendo le stelle. E’ la nuova scoperta della ricercatrice Marie Dacke, durante un suo studio ha scoperto che gli scarabei stercorari, amati nell’antico egitto, animali per orientarsi usano le stelle, proprio come gli uccelli, le foche e gli umani. E’ la prima volta che un comportamento del genere si riscontra in un insetto.

Lo scarabeo ha un cervello grande come un chicco di riso e una capacità di calcolo pressoché nulla, ma la sua vita è uno dei misteri più affascinanti della natura. Noto per fabbricare con gli escrementi di cui si nutre delle pallottole più grandi di lui che poi spinge con le zampe posteriori fino all’imboccatura della tana, utilizzandole come riserva di cibo e incubatrice per le uova, il coleottero stercorario (Geotrupes stercorarius) nel tragitto segue sempre una linea retta. Come faccia a orientarsi, gli scienziati se lo sono chiesto per anni: la risposta è ora finalmente arrivata e, come avrebbe detto Kant, sta nel cielo stellato sopra di noi.

Non sappiamo, infatti, se nel quotidiano l’insetto segua una qualche legge morale, ma certamente per il trasporto del bottino segue quella stellare, indicata dalla Via Lattea. Con uno studio pubblicato su Current Biology, la ricercatrice Marie Dacke della Lund University, in Svezia, in collaborazione con i colleghi di Witwatersrand, in Sud Africa, ha scoperto che questi animali per muoversi seguono le stelle, proprio come gli uccelli, le foche e gli antichi marinai. “Sebbene i suoi occhi siano troppo deboli per distinguere le singole costellazioni – spiega la Dacke  – lo scarabeo stercorario utilizza il grado di luce presente nell’oscurità generato dalla Via Lattea per assicurarsi di muoversi nella direzione giusta”.

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I ricercatori hanno iniziato ad interrogarsi sulla possibilità che fossero le stelle a guidare gli insetti dopo aver notato come, durante le notti nuvolose, essi perdessero completamente “la bussola”. Hanno così preso in esame degli esemplari di Scarabaeus satyrus e allestito con loro alcuni test, sia all’aperto che in un planetario, in condizioni di piena o compromessa visibilità, con cielo sereno o coperto, con Via Lattea visibile o nascosta dall’orizzonte. Nei primi esperimenti in campo hanno impedito all’animale, con frammenti di cartone, di guardare intorno a sé, verificando che effettivamente a guidarlo è l’osservazione del cielo notturno. Per identificare quali elementi celesti usasse, hanno poi portato alcuni esemplari nel planetario di Johannesburg, mettendoli di fronte a una pallina di sterco per vedere come si comportavano nel portarla verso il rifugio, a seconda delle immagini stellari proiettate sulla cupola. E’ così che hanno scoperto che è la Via Lattea a permettere allo scarabeo di trovare la direzione giusta, osservando anche una singolare “danza” che l’insetto compie sopra la pallina prima di mettersi in cammino, danza che secondo gli esperti avrebbe la funzione di identificare il percorso e localizzare i punti di luce della Via Lattea.

Per orientarsi nelle notti più buie, i coleotteri usano dunque il gradiente di luminosità della galassia per antonomasia, tanto che, quando questa è nascosta, perdono l’orientamento e si muovono in modo più caotico. Secondo Dacke e colleghi, si tratta di una abilità piuttosto diffusa nel mondo animale ma, fatta eccezione per gli umani, sono poche le specie per cui essa è dimostrata e finora nessuno l’aveva riscontrata negli insetti.

In assenza di fonti luminose che permettano di identificare agevolmente i punti di riferimento, alcuni animali riescono infatti a muoversi in rettilineo sfruttando l’angolo di polarizzazione della luce, un sistema che può essere utilizzato anche di notte, ma il coleottero stercorario ha dimostrato di riuscire a orientarsi anche nelle notti senza Luna, quando il “trucco” non è possibile, usando le stelle come riferimento. La candida scia della Via Lattea non viene dunque seguita in maniera unidirezionale, ma funziona come una sorta di banda luminosa lungo la quale gli stercorari si spostano con sicurezza, riuscendo a sostituire la luce del nostro satellite naturale. “Lo scarabeo stercorario non è interessato alla direzione del suo movimento – ha precisato Marcus Byrne, della Witwatersrand University – ha solo bisogno di scappare via da potenziali nemici o da altri insetti che potrebbero portargli via la balla di concime”.

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Dalle stalle alle stelle, un ennesimo tassello si aggiunge così al suggestivo mosaico etologico di questo animale, lavoratore forte e attivo tutto l’anno, abituato a faticare da solo o con l’aiuto del partner, sempre con un unico obiettivo: garantire il sostentamento della famiglia. La sua attività di raccoglitore di sterco non sarà invidiabile ma è preziosa per l’ambiente perché, per seppellire le provviste, maschio e femmina scavano dei pozzetti profondi anche 60 cm e, sotterrandone generalmente più di quanti ne consumano, finiscono per arricchire il suolo di concime. E’ anche sbagliato pensare che, essendo sempre a contatto con gli escrementi, questi insetti siano ricettacoli di malattie perché, grazie a speciali secrezioni emesse dal corpo riescono a non sporcarsi e sono pulitissimi.

Sarà per tutte queste caratteristiche eccezionali che gli antichi egiziani li adoravano, identificando nella loro palla di sterco, che a noi fa tanto ribrezzo, il globo solare e il dio Amon Ra.

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